Post n° 19 - La visione New Age dell’amore incondizionato e del perdono sempre e comunque... è ’na cazzata!

Iniziamo specificando che, con l’affermazione nel titolo, non sto dicendo che l’amore incondizionato non esiste. Anzi, esiste eccome, ma lo si può sperimentare dentro se stessi solo a volte, in alcune circostanze e non sempre con tutti. Ad esempio, se un genitore è abbastanza equilibrato a livello emotivo e psichico e si impegna con tutto se stesso a crescere ed educare il proprio figlio, probabilmente sarà in grado di fare sacrifici per il bene di quest’ultimo senza risentirne (comunque possibilmente evitando di annullarsi completamente per il figlio). Infatti, soprattutto nei primi 10-15 anni di vita dei figli, i genitori sanno che a volte dovranno fare rinunce personali riguardo al proprio tempo o al modo di spendere i propri soldi per occuparsi fisicamente ed economicamente di loro, e questa scelta se fatta con serenità e accettazione risponderà a quello che appunto viene chiamato amore incondizionato. Del resto gli adulti che decidono di mettere al mondo dei figli devono prendersi la totale responsabilità della loro scelta prendendosi cura di quei bambini soprattutto nella fase di crescita e sviluppo cognitivo ed emotivo, quindi fino alla fine dell’adolescenza. 
Un caso diverso, invece, sono i rapporti tra amici, o quelli di coppia. Tra adulti non serve necessariamente la presenza da una parte o dall’altra di amore incondizionato costante. Essendo teoricamente già grandi e “vaccinati” dovrebbero essere in grado di scambiarsi reciprocamente attenzioni in modo spontaneo, creando di fatto una connessione emotiva sana, basata sul reciproco interesse a frequentarsi e sulla reciproca stima. E laddove questo non accada, dovrebbero essere in grado di chiedere all’altro/a (senza pretendere) le giuste attenzioni. Purtroppo, spesso questo non avviene e capita che due fidanzati (o marito e moglie) vivano uno squilibrio basato su aspettative eccessive o su vere e proprie pretese nate da bisogni eccessivi, cosa che può accadere anche nei rapporti di amicizia. Ed è qui che la filosofia New Age negli anni ha creato un’idea buonista e romantica di amore incondizionato da “applicare” con gli altri sempre e in ogni caso. Per i romantici della spiritualità, chi “ama davvero” deve essere in grado di accettare gli altri così come sono e con i loro atteggiamenti, amandoli incondizionatamente, appunto, senza arrabbiarsi mai. Dov’è l’errore? Semplice, facendo così si rischia solo di rinunciare a se stessi, smettendo di ascoltare la propria interiorità e rischiando di educare malissimo l’altro/a, abituandolo/a a ottenere sempre ciò che vuole anche a scapito della propria emotività e della propria salute mentale. 
Un rapporto a due, per essere sano ed equilibrato quanto basta, ha bisogno di uno scambio fluido, spontaneo e il più costante possibile, portando la coppia (o i due amici) a dare e ricevere entrambi attenzioni. E questo dovrebbe essere uno stimolo che nasce appunto spontaneamente da entrambe le parti, proprio in nome di quell’amore che dovrebbe unire due o più persone nel tempo. Ma per ottenere un risultato del genere c’è bisogno che ogni persona coinvolta in una specifica relazione (tra amici o di coppia) sia in grado di essere emotivamente matura, per non avere troppo bisogno dell’altro/a e non pretendere che cambi in base alle proprie esigenze, magari usando manipolazioni subdole (volutamente o inconsciamente) come invece accade spesso. Purtroppo, infatti, ci troviamo in un’epoca in cui il narcisismo patologico è aumentato, con un conseguente aumento della sfiducia e della rabbia sia da parte delle donne verso gli uomini che il contrario, e questo a mio avviso perché in alcuni casi ci sono donne e uomini troppo bisognosi di essere considerati e amati, i quali arrivano a farsi maltrattare dall’altro/a pur di non stare soli, e altri/e che arrivano a maltrattare e controllare gli altri per via delle loro ferite inconsce e dei loro bisogni, arrivando a creare un insano connubio tra “vittime” e “carnefici” che talvolta sfocia in gesti di violenza psicologica e/o fisica. Donne che perlopiù danneggiano economicamente gli uomini e che, in vari casi, manipolano uomini più deboli. In casi ancora più rari, li picchiano o li uccidono. Uomini che fanno altrettanto nei confronti delle donne, di solito sfruttando maggiormente la forza fisica e l’aggressività. E tutto ciò per mancanza di autostima, per eccessivi bisogni emotivi, per rabbia e voglia di vendetta... senza rendersi conto che l’atteggiamento dell’altro/a riflette il loro problema interiore da risolvere per riuscire ad avere rapporti con persone più sane ed equilibrate. E quando capita a qualcuno di finire in rapporti con un/a amico/a o con un uomo o una donna che li manipola, che li sfrutta in qualche modo, o che arriva a gesti violenti, non si può rimediare con la fanciullesca visione romantica dell’amore incondizionato. Quello va bene per i bambini fino a quando necessitano di attenzioni particolari, e si può mettere in atto a volte verso gli altri, in momenti specifici in cui ci si sente molto in empatia con loro, ma non può e non deve diventare la giustificazione nei confronti di chi ci tratta con indifferenza, o con superiorità, o con rabbia e violenza di qualsiasi genere. 
Comunque c’è da fare una precisazione: anche nell’educazione dei figli, seppur più bisognosi di amore incondizionato per ovvie ragioni (i bambini rispondono a stimoli istintivi e non possono ricambiare gli adulti nello stesso modo, almeno fino a quando non crescono a sufficienza), non bisogna cadere nell’errore di viziarli con troppi sì, troppi regali, essendo troppo permissivi. I bambini hanno bisogno di linee guida fatte anche di no, di privazioni, di punizioni a scopo riflessivo, di regole usate per insegnargli come stare nella società rispettando gli altri, imparando a non dipenderne in eccesso e a non volerli possedere e controllare. 
Ora, se sono riuscito a essere chiaro sul concetto riguardante l’amore incondizionato, penso che possiate capire come anche l’idea di perdonare tutti sempre e comunque abbia fatto danni eclatanti e sia frutto di personalità immature. Intendiamoci, anche io penso che il perdono sia necessario, ma solo se

1 - nasce spontaneamente dentro di noi dopo un periodo (anche lungo) di riflessioni sulla situazione vissuta

2 - deriva dal raggiungimento della consapevolezza che ci ha portato a osservare e rivedere come l’atteggiamento dell’altro/a sia derivato da problemi emotivi e talvolta psichici, arrivando alla comprensione che quella persona non avrebbe potuto fare diversamente da come ha fatto

3 - serve soprattutto per liberare noi stessi dalla rabbia e dal dolore provato (perdonare l’altro/a non porterà automaticamente al suo cambiamento)

4 - non ci spinge necessariamente a continuare quel rapporto con quella persona e quelle dinamiche, ma ci porta eventualmente (e non per forza perché obbligati da una nostra idea distorta di moralità) a considerare di rimanere aperti verso quella persona (se nel tempo vediamo un reale cambiamento da parte sua) forse nello stesso ruolo, o magari anche in altra forma, sapendo anche però che in vari casi dovremo allontanarci uscendo dalla sua vita.

Se, invece, perdonare (tutto, tutti e sempre) significa restare costantemente in balia di situazioni spiacevoli, dolorose o pericolose, l’idea del perdono può diventare una trappola da cui potrebbe essere difficile o impossibile liberarsi. E il vero perdono è sempre liberazione: per noi stessi dal problema e dal dolore (a volte è necessario che lo sia anche dalla persona), per l’altro/a (forse) dai sensi di colpa per quanto fatto e, magari col tempo e con un sano lavoro su di sé, anche dai bisogni inconsci che l’avevano spinto/a a comportarsi in quel modo. 
Il perdono è un atto di profonda consapevolezza che va elargito con intelligenza e, se possibile, con saggezza.

Chiudo in bellezza con uno slogan: meno buonismo New Age e più auto analisi e lavoro su se stessi. Daje!  

 

DISAGIATI     DISA-NEW AGE-ATI    NEW DIS-AGE-ATI


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